INDAGINI VEGETAZIONALI - Consulenze agronomiche ambientali PSR Progettazione stalle perizie

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INDAGINI VEGETAZIONALI

Indagini vegetazionali.

Per lo studio della vegetazione e della diversità biocenotica si adotta il metodo della Fitosociologia mediante il quale si
definiscono le comunità di piante, dette associazioni, che sono “aggruppamenti vegetali più o meno stabili ed in equilibrio
con il mezzo ambiente, caratterizzati da una composizione floristica determinata, nei quali alcuni elementi esclusivi o quasi (specie caratteristiche) rivelano con la loro presenza un’ecologia particolare e autonoma.
Le associazioni vengono definite da una combinazione statisticamente ripetitiva di piante, alla quale si giunge attraverso la comparazione di tabelle fitosociologiche realizzate con rilievi fitosociologici effettuati con il metodo Braun-Blanquet.
La vegetazione potenziale della maggior parte dell'area mediterranea è prevalentemente composta  da specie sclerofille, particolarmente adattate a periodi di siccità, e, in proporzione inferiore, da specie caducifoglie con riposo vegetativo durante la stagione fredda.
Il livello massimo didelle fitocenosi mediterranee è costituito dalla foresta sempreverde in cui le specie dominanti sono querce sempreverdi.
Diversi processi degenerativi, generalmente di origine antropica, possono instaurare fenomeni di degradazione che dal climax portano ad associazioni vegeta piùsemplici secondo il seguente schema:
==> macchia ==> gariga ==> steppa ==> suolo nudo
NATURALITA'
Nello stimare la naturalità della vegetazione viene impiegato comunemente il concetto di  climax o di vegetazione potenziale. Il climax è la vegetazione più evoluta che può  svilupparsi in un determinato territorio, mentre la vegetazione potenziale è quella che si sviluppa qualora cessi il disturbo. La vegetazione svolge un’importante funzione nella difesa del suolo contrastando l’azione degli agenti atmosferici, in particolare delle precipitazioni, tramite azioni di i tipo idrologico. Le azioni di tipo meccanico derivano dall’interazione fisica delle radici piante con il substrato e si traducono essenzialmente nella protezione del suolo dalle acque unitamente alla stabilizzazione dello strato superiore dello stesso. In particolare:

le radici legano le particelle di suolo diminuendone la erodibilità e lo rinforzano, la resistenza al taglio con un meccanismo analogo a quello delle terre; le radici degli arbusti possono funzionare da chiodi vivi ancorando alla roccia stabile lo strato superiore instabile; le radici degli alberi possono fornire un supporto stabile al suolo formando degli aggregati a pilastri di terra rinforzata che fungono da sostegno diretto o da spalle al suolo stabilizzato che vi si scarica con effetto arco. L’azione protettiva delle piante sui versantisi traduce quindi nella conservazione del suolo con la riduzione del trasporto solido a valle.


Classi di naturalità.
La sequenza è ordinata secondo il criterio di vicinanza alla tappa matura della vegetazione
0    Aree estrattive
1    Edificato urbano continuo
2    Edificato urbano discontinuo
3    Terre arabili non irrigate
4    Vigneti
5    Uliveti
6    Pascoli
7    Boschi di conifere
8    Aree agricole a struttura complessa
9    Alberi e arbusti da frutto (Castagneti)
10    Praterie naturali
11    Aree di transizione cespugliato-bosco
12    Vegetazione a sclerofille (Ampelodesmeti e macchia mediterranea)
13    Boschi di latifoglie

orchidee e bucaneve
grado di naturalità
vegetazione e stabilità
radici e stabilità


GUIDA E DOCUMENTAZIONE L’INDAGINE GEOLOGICA E PER L’INDAGINE VEGETAZIONALE

(a cura di Giacomo Catalano, Carlo Cecconi, Antonio Colombi, Roberto Crescenzi, Fabio Meloni, Valter Tonelli)

Introduzione
Caratteristiche generali della documentazione
Documenti di tipo urbanistico
Documenti di tipo geologico e vegetazionale
Relazione geologica
Inquadramento geologico regionale
Geologia di dettaglio dell’area
Sezioni geologiche
Geomorfologia
Idrogeologia
Indagini geotecniche e geofisiche di dettaglio
Sismicità(solo per i comuni classificati sismici e ad elevato rischio sismico)
Microzonazione sismica (solo per i comuni classificati sismici e ad elevato rischio sismico)
Indagine vegetazionale
Vincoli territoriali
Pericolositàe vulnerabilità
Valutazione dei rischi e idoneitàterritoriale
Tecnologia e restituzione dati 1: Scheda informativa  2: Scheda di rilevamento per l’indagine vegetazionale  3: Elenco riassuntivo della cartografia geologica e vegetazionale di base da  4: Diagramma di flusso delle principali fasi di lavoro  5: Circolare 769 del 23/11/1982 dell’assessorato LL.PP.  

La interconnessione tra processi endogeni, esogeni ed antropici determinadi pericolosità, di vulnerabilità e di reciproco rischio che vannoesaminati in sede di formazione degli strumenti urbanistici, intesi qualiessenziali di programmazione territoriale.’ importante quindi studiare questi processi per poter definire, in ogni porzione del, quali siano le attività antropiche che possono essere sviluppate senzadi perdita di risorse ambientali, umane ed economiche, quali necessitino diper abbassare la soglia di rischio a livelli accettabili per la sicurezza’uomo e dell’ambiente, quali siano le attività che non possono essere sviluppatequali territori debbano essere tenuti sotto controllo e/o difesi.
Queste linee guida partendo dalle attuali disposizioni di legge ed indicando lada produrre, hanno lo scopo di rendere omogenee le indagini da, esauriente la documentazione da produrre e chiaro il percorsoda seguire, da parte sia dei comuni dichiarati sismici che dagli altri
La legge regionale 72/1975, all’art.3, prevede che tutti i comuni della Regione Laziosede di formazione degli strumenti urbanistici sono tenuti a porre a base delleredazioni una accurata analisi del territorio che esamini i principali caratteri, le zone in via di dissesto idrogeologico, quelle sottoposte a vincolo, le zone di particolare importanza naturalistica, la copertura vegetalesuolo, la carta agropedologica, le relazioni fra territorio, rete infrastrutturale einsediative.
La legge 64/1974, all’art.13, prevede inoltre che i comuni classificati sismici e/oa consolidamento devono richiedere, sugli strumenti urbanistici generali eprima della delibera di adozione, nonché sulle lottizzazioneprima della delibera di approvazione e loro varianti (nel seguitogenericamente come strumento urbanistico), la verifica della compatibilitàrispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio. Alcuneper la valutazione della compatibilità geomorfologica e la documentazionesono state successivamente descritte in apposite circolari nazionali (D.M.PP. 11 marzo 1988) e regionali (circolari dell’Assessorato ai LL.PP. dellaLazio n.3317 del 29.10.1980, n.2950 del 11.09.1982, n. 769 del
, quest’ultima riportata in appendice 5).
Le due leggi e relative circolari, impongono quindi che vi sia una compatibilità tra leurbanistiche e le condizioni di pericolosità e di vulnerabilità territoriale,in un caso principalmente l’aspetto idrogeologico e nell’altro quello, attraverso studi geologici e vegetazionali da eseguire preventivamente allaurbanistica.

generali della documentazione
Ogni strumento urbanistico da sottoporre a verifica deve essere inviato in triplice copia dale deve contenere, oltre alla scheda informativa riportata in appendice 1 riempitaogni sua parte dal Comune richiedente, la documentazione:
o urbanistica;
o geologica;
o vegetazionalei documenti, nessuno escluso, devono contenere; l’oggetto, la data, la località, il, la provincia, conformemente alla scheda informativa di appendice 1; inoltreriportare la firma in originale dei professionisti interessati alla redazione dellourbanistico, ciascuno per la propria competenza, e il visto del comune
di tipo urbanistico
I documenti a carattere urbanistico devono essere composti da:
nel caso di varianti allo strumento urbanistico, piani attuativi e lottizzazioni:
lo stralcio del PRG in vigore;
le norme tecniche relative allo stralcio del PRG;
le planimetrie generali e di dettaglio della variante allo strumento urbanistico, delattuativo o della lottizzazione convenzionata;
la relazione tecnica, gli aspetti progettuali e le norme tecniche della variante e delparticolareggiato;
nel caso di strumenti urbanistici generali:
planimetria di sintesi dello strumento urbanistico generale vigente;
le planimetrie generali e di dettaglio del nuovo strumento urbanistico;
la relazione tecnica, gli aspetti progettuali e le norme tecniche.

di tipo geologico e vegetazionale
I documenti di tipo geologico devono essere redatti da un geologo iscritto all’Albo; i documenti di tipo vegetazionale e la relativa scheda di rilevamento devonoredatti e debitamente sottoscritti da un professionista iscritto al relativo Albo (dottori, forestali e biologi).documentazione di tipo geologico e vegetazionale, per una facile lettura, consultazionevalutazione, deve avere le seguenti caratteristiche:
la relazione geologica deve fare riferimento a tutti gli argomenti e agli elaboratiindicati nel capitolo 3; l’assenza di qualsiasi elemento geologico
(geomorfologico, idrogeologico, tettonico, ecc.) non presente e/o non riscontrabile’area deve essere chiaramente indicata, considerata e valutata.
la cartografia deve essere costituita da tutti gli elaborati ritenuti fondamentali,in queste linee guida e riassunti in appendice 3;
ogni documento cartografico deve riportare la chiara delimitazione dell’area o delleinteressate dallo strumento urbanistico;
la cartografia geologica deve essere sempre a colori, compresa l’idrografia (evitarearee in b/n e campiture in bianco), utilizzando la simbologia e leadottate dal Servizio Geologico Nazionale; gli altri elaborati cartograficidevono essere redatti possibilmente a colori o con simbologie ben(nel caso di sovrapposizione);
i documenti cartografici devono riportare in legenda tutte le simbologie utilizzate,chiaramente leggibili e risultare interpretabili in maniera univoca; devonoriportare le isoipse con le relative quote e l’indicazione del nord geografico;
le indagini dirette ed indirette eseguite (sondaggi, prelievo di campioni, misure in, …) devono essere chiaramente e univocamente riportate sulla cartografia;relazione le stesse devono essere georeferenziate mediante l’indicazionecoordinate geografiche espresse in gradi, primi e secondi; inoltre vannola data di esecuzione, la località, gli esecutori, la metodologia utilizzata, il, lo scopo dell’esecuzione; i risultati delle indagini vanno interpretati econ gli altri elementi geologici disponibili;
le analisi di laboratorio devono indicare il punto, la profondità e le modalità di; i risultati delle analisi vanno interpretati e correlati con gli altrigeologici disponibili;
a completamento delle indagini possono essere utilizzati i dati contenuti in studi ditecnico e/o scientifico, con le specifiche di cui al punto 6 e 7, indicando ladi provenienza;
non possono essere presentati lavori eseguiti per altri argomenti e/o finalità anchenella medesima area o in aree limitrofe;
tutti gli elaborati cartografici (siano essi riportati come figure all’interno dellache come tavole fuori testo) e tutti i documenti che fanno riferimento aded analisi (anche se facenti corpo unico con la relazione) devono esseree firmati dal professionista.
la documentazione deve rappresentare fedelmente lo stato dei luoghi al momentopresentazione della domanda;
tutti i documenti, nessuno escluso, devono contenere, oltre a quanto già indicatoparte iniziale del presente capitolo, il titolo dell’elaborato e il numeroattribuito;
geologica
geologico regionale
L’inquadramento regionale deve comprendere i seguenti argomenti:
o geologia stratigrafica, tettonica e strutturale;
o geomorfologia;
o idrogeologia;
o sismicità;una cartografia rappresentativa (scala da 1:25.000 a 1:100.000) con l’ubicazione’area.
di dettaglio dell’area
Lo studio geologico di dettaglio, avvalendosi del rilevamento geologico su un’areagrande all’intorno del sito oggetto d’indagine e di eventuali indagini, dovrà determinare la sequenza stratigrafica e l’assetto tettonico-strutturaleun dettaglio adeguato agli scopi prefissati.documentazione cartografica da allegare è la Carta Geologica, in scala adeguata allo(comunque tra 1:10.000 e 1:500), comprendente:
o stratigrafia
o formazioni affioranti e loro spessori
o età delle formazioni
o colonne stratigrafiche
o rapporti stratigrafici tra le diverse formazioni presenti
o assetto tettonico-strutturale
o stratimetria
o discontinuità e strutture tettoniche
o aree ad intensa fratturazione
o …
o geolitologia
o traccia delle sezioniaree pianeggianti e in situazioni particolari, è necessario produrre carte dove sial’ubicazione e l’andamento del tetto e del letto delle formazioni di potenzialeed il loro spessore (fascia di alterazione, bedrock, terreno vegetale ...).
geologiche
Devono essere eseguite sezioni, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio
(oppure a scala di maggior dettaglio), e in numero opportuno che attraversino l’area (o le) interessate dallo strumento urbanistico, lungo diverse direzioni e che mettanoin evidenza,:
o l’assetto geologico-stratigrafico-strutturale, con particolare riguardo aistratigrafici, ai rapporti geometrici tra le formazioni e alla tettonica;
o l’assetto geomorfologico;
o l’idrogeologia;
o le caratteristiche geotecniche;contenga:
o eventuali risultati di indagini eseguite (carotaggi, prove penetrometriche,E.V., ecc.);
o limiti dell’area (o delle aree) interessata dallo strumento urbanistico;
o direzione della sezione e scala orizzontale e verticale.

Lo studio geomorfologico deve riportare la descrizione delle morfologie presenti nell’area, possibilmente, anche da uno studio aerofotogeologico.documentazione cartografica da allegare, alla stessa scala della Carta geologica di, è la seguente:
o carta geomorfologica con indicati:
o bacino/i idrografico/i e reticolo idrografico
o andamento del ruscellamento superficiale
o zone alluvionabili e aree di espansione
o aree soggette a ristagno di acqua
o frane, dissesti attuali e antichi, calanchi
o aree con processi erosivi e di accumulo in atto
o carsismo, sinkhole e cavità note
o aree di cava e/o miniera (attiva o no)
o aree di erosione costiera e dune costiere
o aree di potenziale amplificazione sismica
o scarpate di origine tettonica
o …
o carta delle acclività

Lo studio idrogeologico dell’area deve individuare e caratterizzare il bacino idrogeologico esuoi rapporti con l’idrografia superficiale.documentazione cartografica, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio, devealmeno i seguenti elementi:
o idrografia di superficie
o permeabilità dei terreni
o isopieze (max e min)
o sorgenti, loro portata e condizioni di utilizzo
o pozzi (con le quote della falda e la profondità del pozzo)
o direzione di flusso profondo
o limiti e barriere idrogeologiche
o opere idrauliche
geotecniche e geofisiche di dettaglio
Se le condizioni geologiche lo rendono necessario devono essere eseguitidi indagini al fine di caratterizzare al meglio l’assetto dei siti. Gli interventiessere eseguiti con varie metodologie in funzione della problematica esistente, innel caso di:
o aree pianeggianti e/o con elevato spessore detritico dovranno essereindagini geognostiche;
o instabilità dei pendii, dovranno essere eseguite analisi di stabilità statiche e, a breve e lungo termine, ante e post operam a livello diurbanistico, utilizzando parametri geotecnici acquisiti direttamente’area in esame;
o terreni potenzialmente liquefacibili e/o con scadenti caratteristiche, andranno eseguite idonee analisi geotecniche di laboratorio.dati provenienti da indagini indirette (geofisica, prove penetrometriche, …) devono esseresu dati diretti (carotaggi, analisi geotecniche di laboratorio, …), a meno che non sidi dati provenienti da prove standardizzate e riconosciute internazionalmente (p.es.,SPT).cartografia da presentare, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio (oppure adi maggior dettaglio), è la carta geofisica ed eventualmente geotecnica di dettagliodalle relative sezioni.

à (solo per i comuni classificati sismici e ad elevato rischio sismico)

La sollecitazione sismica può indurre effetti ambientali diretti (fratture nel, fagliazione superficiale, liquefazione, costipazione, …), innescarefenomenologie ambientali potenzialmente in atto (frane) e indurre effettinei manufatti in funzione della tipologia di terreno attraversato emorfologie presenti (amplificazioni locali).
E’ necessario quindi caratterizzare la sismicità del territorio dedotta anche dabibliografici (classificazione, centri sismici, intensità massime,, accelerazioni, zone sismotettoniche e strutture sismogenetiche,recenti e capaci, …).

sismica (solo per i comuni classificati sismici e ad elevato rischio sismico)
Per strumenti urbanistici attuativi che prevedono opere strategiche ai fini della protezione, lo studio sismologico deve essere approfondito fino a pervenire ad unasismica; in questo caso occorre definire, oltre a quanto indicato al punto:
o la sismicità, la sismotettonica e la pericolosità sismica dedotte ancheindagini dirette;
o la stratigrafia di dettaglio del sottosuolo anche attraverso indagini;
o le caratteristiche geotecniche e fisiche dei terreni dedotte anche attraversodi laboratorio;
o gli spettri di risposta sismica locale.cartografia da presentare, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio (oppure adi maggior dettaglio), è la carta della microzonazione sismica.
vegetazionale
Lo studio delle caratteristiche vegetazionali deve essere sviluppato secondo criteried analitici che consentano di:
a. descrivere il sistema naturale nel quale si inserisce l’intervento proposto, corredatodocumentazione fotografica di insieme e di dettaglio, con indicazione, in, dei punti di ripresa delle foto;
b. analizzare i lineamenti climatici, tratti dalla letteratura esistente o da specificheterritoriali e raccordarli alle unità fitoclimatiche (rif. "Fitoclimatologia del", Carlo Blasi, 1994);
c. produrre uno studio agropedologico finalizzato alla predisposizione di una cartaclassificazione agronomica dei terreni al fine di valutarne le potenzialità daldi vista agricolo ed il grado di limitazione nell’uso (rif. "Land Capability" USDA 1961);
d. analizzare la vegetazione presente nella zona d’intervento e nel territorio, sulla base di informazioni bibliografiche o cartografiche esistenti,le fonti, o, in loro assenza, effettuando opportune indagini di campo di tipoe fisionomico;
e. realizzare una carta dell’uso del suolo corredata da brevi note illustrative, allascala della Carta geologica di dettaglio (oppure a scala di maggior dettaglio),quale siano riportati i seguenti 6 usi del suolo (Rif. CORINE LAND COVER):
aree nude;
aree incolte e abbandonate (specificare se cespuglieti);
legnose agrarie;
seminativo prato pascolo;
bosco e macchia mediterranea (specificare se trattasi di macchia);
aree agricole eterogenee;il grado di copertura di ciascun uso del suolo utilizzando letre classi (<40%, 40%-70%, >70%).
a. descrivere con un sufficiente grado di dettaglio, presentando una lista floristica con’indicazione dell’abbondanza di ciascuna specie, il soprassuolo vegetale del sito eterritorio circostante, relativamente a situazioni di particolare fragilità eambientale quali:
o vegetazione in aree calanchive
o vegetazione di cima e di crinale
o vegetazione su pendenze superiori a 45°
o formazioni vegetali poste al limite altitudinale della vegetazione
o boschi che svolgono azione di protezione diretta ado infrastrutture
o formazioni vegetali delle dune
o formazioni vegetali dei valloni ed impluvi
o formazioni vegetali ripariali.
a. analizzare i principali impatti delle previsioni degli strumenti urbanistici sullavegetale, valutando gli effetti sull’assetto geomorfologico-idrogeologico;
b. descrivere sommariamente gli eventuali interventi di mitigazione, riqualificazione eambientale nell’intorno dell’area interessata dall’intervento progettuale.cartografia fondamentale da presentare è la carta dell’uso del suolo e la carta dellaagronomica dei terreni, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio
(oppure a scala di maggior dettaglio); nel caso di situazioni di rischio ambientale (vedif) dovrà essere presentata la carta fisionomica della vegetazione, sempre allascala della Carta geologica di dettaglio (oppure a scala di maggior dettaglio).relazione va allegata la scheda di rilevamento riportata in appendice 2.
territoriali
Devono essere considerati e cartografati i vincoli di tipo geologico e vegetazionalenell’area di studio; per esempio:
o idrogeologico (RDL 3267/1923 e RD 1126/1926);
o aree di salvaguardia delle risorse idriche (DPR 236/1988);
o vincoli imposti dalle autorità di bacino (aree di esondazione, aree di frana,
…) (L.183/1989);
o aree sottoposte ad attività di cava e/o miniera (LR 27/1993);
o provvedimenti per la difesa del patrimonio forestale (LR 43/1974);
o aree percorse da incendi (L 47/1975-LR 5/1974);
o …vincoli dovranno contribuire insieme agli altri aspetti geologici e vegetazionali allaanalisi di pericolosità e vulnerabilità.aree di particolare interesse naturalistico (L 1497/1939 e successive) possono esserenuovi vincoli di tutela (Geotopi, Biotopi,..).

à e vulnerabilità
Dall’analisi e dalla comparazione degli elementi precedentemente acquisiti, considerandole valutazioni geologiche, sismiche, vegetazionali e i vincoli territoriali, emergono glidi pericolosità e di vulnerabilità del territorio.particolare gli aspetti di:
o pericolosità: la franosità, l’erosione accelerata, l’alluvionabilità, laà dei terreni, l’amplificazione sismica, i cedimenti differenziali, itra terreni a diversa litologia, la presenza di faglie, … .
o vulnerabilità: l’inquinamento delle falde, l’instabilità di pendio e l’erosione(anche indotta da disboscamento), … .cartografia da presentare, alla stessa scala della Carta geologica di dettaglio (oppure adi maggior dettaglio), è la Carta della pericolosità e vulnerabilità del territorio, checontenere tutti gli elementi significativi presenti sul territorio e già evidenziati con lecartografie (utilizzate singolarmente o in sovrapposizione tra loro).
dei rischi e idoneità territoriale
La valutazione dei rischi discende dalla comparazione della pericolosità e vulnerabilità delcon lo strumento urbanistico in riferimento alle sue possibili condizioni dià, di vulnerabilità e di esposizione (vedi appendice 4); e deve tenere presente ieffetti (temporanei e permanenti) indotti dall’attuazione dello strumentosull’ambiente e viceversa., l’idoneità del territorio in relazione alla previsione urbanistica è funzione dei rischie degli interventi atti a mitigarli (prescrizioni). Se non sussiste la possibilità dia livelli accettabili la soglia di rischio, l’area deve essere considerata "non".
La valutazione e la mitigazione dei rischi deve tenere conto anche delle aree circostanti, eesterne, a quella interessata dallo strumento urbanistico, che potrebberoe/o subire un’influenza nei confronti dell’area in esame.
La valutazione dei rischi deve essere estesa anche alle aree già urbanizzate (dove ladi rischio può essere abbassata anche attraverso il miglioramento dellestrutturali dell’edificato), alle aree agricole, boscate, a verde, ecc., (per levengono previste condizioni anche minime di edificabilità e comunque di uso del).
Nel dettaglio le prescrizioni devono indicare:
??zone geologicamente non idonee;
??zone non idonee dal punto di vista vegetazionale;
??interventi da rendere obbligatori per il risanamento di aree dissestate (frane, areead erosione accelerata…);
??interventi e accorgimenti da rendere obbligatori in aree alluvionabili, soggette ade di compluvio….;
??interventi e accorgimenti per il risanamento e/o la ricostituzione del patrimoniodell’area;
??accorgimenti e limitazioni in aree acclivi;
??tutte quelle indicazioni che le condizioni geologiche e vegetazionali richiedonocartografia da presentare è:
??la carta della idoneità territoriale, con evidenziate le classi di "idoneità" e lecorrispondenti, sovrapposta allo strumento urbanistico; la scala daè quella dello strumento urbanistico.necessario, il passaggio dalla carta delle pericolosità e vulnerabilità a quella dellaà territoriale può essere reso chiaro anche attraverso l’utilizzo di ulteriore cartografia
(p. es. la carta dei rischi), anche a scala maggiore, che evidenzi e dettagli aspetti
e restituzione dati
Durante il processo di lavoro, oltre ai metodi tradizionali si suggerisce l’adozione dimoderne e ormai di comprovata validità.momento della consegna da parte della Regione Lazio ai Comuni della Carta Tecnica(CTR) informatizzata, la documentazione cartografica che utilizzerà come baseCTR e relativa ai soli P.R.G. e Varianti generali, deve essere consegnata anche sudigitale in file compatibili con il Sistema Informativo Regionale Ambientale
(SIRA).
Nell’ambito delle relazioni è utile allegare anche la documentazione fotografica, condelle postazioni di ripresa, riguardante le situazioni di rischio geologico e glivegetazionali.
1: SCHEDA INFORMATIVA LAZIO  UTILIZZO TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE  71

OGGETTO
          
COMUNE
          
PROGETTISTA            
          
GEOLOGO            
          
FORESTALEBIOLOGOAGRONOMO

        
          
ALTRE FIGURE           
          
DIMENSIONI
(mq)
        
          
LOCALITA'            
          
COMUNE            
          
PROVINCIA            
          
CTR DI            
          
          
TAVOLETTA IGM
FOGLIO QUAD. TAV.    
          
COORDINATE            
VERTICI'AREA    LOCALITA'    
LAT LONG   LAT LONG TOPONIMO
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          


2: SCHEDA DI RILEVAMENTO PER L’INDAGINE VEGETAZIONALE
COMUNE TOPONIMO/I
CTR di riferimento
IGM di riferimento Quadrante Foglio Tavoletta
VEGETALI
(Rif. Categoria 5 relazione illustrativa carta uso del suolo)







BOSCO di latifoglie sempreverdi
BOSCO di latifoglie decidue
BOSCO di aghifoglie
BOSCO MISTO di latifoglie decidue e di latifoglie sempreverdi
BOSCO MISTO di latifoglie decidue e di aghifoglie
BOSCO MISTO di latifoglie sempreverdi e di aghifoglie
(Per ogni tipo di formazione indicare le due specie dominanti e caratterizzanti la fisionomia; nel caso di popolamenti monospecifici -all’80 % - viene indicata una sola specie)
ALTEZZA media dello strato dominante
ALTEZZA media dello strato dominato
BOSCO CEDUO ETA’
FUSTAIA ETA’
ALTRO (specificare) ETA’
SUPERFICIE totale del bosco in ha
ALTRE SUPERFICI non boscate all’interno della formazione indagata (indicare il tipo e la percentuale sul totale della superficie)
ESPOSIZIONE prevalente
PENDENZA prevalente <10° 10°-30° 30°-50° >50°
PETROSITA’ Scarsa Media Abbondante
ROCCIOSITA’ Scarsa Media Abbondante
LETTIERA Scarsa Media Abbondante
QUOTA (m s.l.m.)
MEDITERRANEA (indicare le due specie dominanti e caratterizzanti la fisionomia; nel caso di popolamenti monospecifici -all’80 % - viene indicata una sola specie) (Rif. Categoria 5 relazione illustrativa carta uso del suolo)







ALTEZZA media
UTILIZZAZIONE forestale (indicare l’ultimo anno di intervento)
SUPERFICIE totale della formazione in ha
ESPOSIZIONE prevalente
PENDENZA prevalente <10° 10°-30° 30°-50° >50°
PETROSITA’ Scarsa Media Abbondante
ROCCIOSITA’ Scarsa Media Abbondante
QUOTA (m s.l.m.)
(indicare le due specie dominanti e caratterizzanti la fisionomia; nel caso di popolamenti monospecifici -almeno all’80
% - viene indicata una sola specie) ( Rif. Categoria 2 relazione illustrativa carta uso del suolo)







ALTEZZA media
SUPERFICIE totale della formazione in ha
ESPOSIZIONE prevalente
PENDENZA prevalente <10° 10°-30° 30°-50° >50°
PETROSITA’ Scarsa Media Abbondante
ROCCIOSITA’ Scarsa Media Abbondante
QUOTA (m s.l.m.)
, PRATI PASCOLO e PASCOLI ARBORATI (breve descrizione del consorzio vegetale, indicando le specie erbacee,ed arboree maggiormente rappresentate) ( Rif. Categoria 4 relazione illustrativa carta uso del suolo)
SUPERFICIE totale della formazione in haprevalente
PENDENZA prevalente <10° 10°-30° 30°-50° >50°
PETROSITA’ Scarsa Media Abbondante
ROCCIOSITA’ Scarsa Media Abbondante
QUOTA (m s.l.m.)
3: ELENCO RIASSUNTIVO DELLA CARTOGRAFIA GEOLOGICA E VEGETAZIONALE DIDA PRESENTARE


FONDAMENTALE FACOLTATIVA


geologica geologica
Carta geologica regionale
Carta geologica di dettaglio
Tavola delle sezioni geologiche
Carta geomorfologica
Carta delle acclività
Carta idrogeologica
Carta della microzonazione*
* solo per i comuni classificati sismici e ad elevatosismico in caso di opere strategiche ai fini della protezione
Carte delle isopache e/o isobate
Carta geotecnica e/o geofisicadettaglio e relative sezioni
Carta della sismicità*
* per i comuni classificati sismici e ad elevato rischio


vegetazionale obbligatoria vegetazionale facoltativa
Carta dell’uso del suolo
Carta della classificazionedei terreni
carta fisionomica della
territoriali  
Una o più carte con indicazione deiesistenti



di sintesi di sintesi
Carta della pericolosità e vulnerabilitàterritorio
Carta della idoneità territoriale
Carta dei rischi
Oggetto: Parere ai sensi dell’art. 13 della legge 2.2.1974, n. 64.alla circolare 3317 del 29 ottobre 1980.Servizio Geologico del Ministero Industria, Commercio e Artigianato, della cuila Regione Lazio si avvale ai sensi dell’art. 107 del D.P.R. 24.7.1977 n. 616trattazione delle pratiche attinenti al rilascio del parere ai sensi dell’art. 13 della legge
n.64, ha ritenuto opportuno effettuare alcune modifiche ai "criteri di valutazionea definire i requisiti minimi indispensabili per i terreni di fondazione in zone sismiche"hanno formato oggetto della circolare di questo Assessorato n.3317 del 29 ottobre 1980.
L’aggiornamento dei predetti criteri riguarda soprattutto quanto riporatato ai punti 1) 2) della circolare sopra citata e rappresenta un apprezzabile affinamento dei medesimi nell’intento di individuare elementi e riferimenti sempre piùpuntuali la definizione del complesso problema della compatibilitàdelle previsioni degli urbanistici con le condizioni geomorfologiche del territorio.  si riportano di seguito i "criteri di valutazione atti a definite i requisiti minimi per i terreni di fondazioni in zone sismiche" aggiornati dal Servizio predetto che devono intendersi sostitutivi di quelli riportati nel testo della di questo Assessorato sopra richiamato:  

I terreni di fondazione dovranno avere caratteristiche litologiche e fisicomeccanichepiù possibile omogenee. Si fa divieto di costruire quando, purnelle suddette condizioni, si accerti:un contatto laterale tra terreni diversi nelle immediate vicinanze’area di sedime, tanto più se di origine tettonica (la distanza dacontatto dovrebbe essere non inferiore a 10 metri circa);la presenza di lembi morfologici isolati, incoerenti, raggiungentispessori anche superiori ai 10 metri (ad es. residui, lembi di terrazzi alluvionali, di conoidi, ecc.) giacenti su unacclive, soprattutto se di prevalente natura argillosa.

Non si dovranno impostare strutture di fondazioni dirette se si accerti:uno spessore inferiore ai 10 metri per depositi incoerenti o sciolti
(alluvioni, conoidi e falde di detrito);la presenza nei primi 10 metri di profondità di livelli o lenti di torbe/o limi;la presenza di falde acquifere, anche stagionali, nei primi 10 metri dià dei suddetti depositi a) e b).
In relazione al quadro morfologico e geomorfologico locale sono sfavorevoli enon edificabili:le zone fortemente acclivi , in genere, le aree alla sommità dei rilieviparticolare spicco morfologico;le zone con dissesti in atto o in preparazione o, più in generale,franose;le zone soggette a rapide modificazioni morfologiche causate daazione erosiva;le zone di impaludamento recente;le zone ove affiorano rocce stratificate disposte a franapoggio conminore del pendio, tanto più se fratturate ed intercalatepartimenti argillosi.
Si dovrà evitare di costruire:a ridosso di scarpate naturali ed artificiali ed a distanza dal ciglio deio pendii scoscesi inferiore al doppio dell’altezza, fino ad undi 30 metri. Tale distanza dovrà essere aumentata insituazionmi geomorfologiche e/o progettuali.al piede di pendici ove si notino masse rocciose e detritiche in precariedi stabilità a seguito di terremoti;
La presenza di cavità naturali o artificiali nel sottosuolo costituisce un elemento di rischiodi cui dovrà essere fatta attenta valutazione in funzione principalmente dellaà delle volte.

 
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